CASA SISMA VUOLE RISPONDERE ALLE SEMPRE Più CRESCENTI ESIGENZE DI VALUTARE IL RISCHIO SISMICO DI UN FABBRICATO IN GENERE.

Secondo recenti ricerche e studi [paola reggio per edilbox] la vulnerabilità del Paese rispetto al rischio sismico appare, in questi giorni, quanto mai evidente. Si trovano nella condizione di elevato rischio sismico quasi il 44% del territorio, il 36% dei comuni, 21,8 milioni di persone e 10,4 milioni di abitazioni.

Questi numeri mostrano la rilevanza del problema e la pericolosità per la popolazione. il rischio è però essenzialmente determinato dallo stato di conservazione degli edifici ed in particolare di quelli in zone ad elevato rischio sismico.

L’anello debole è rappresentato dalla vetustà del patrimonio edilizio e dall’obsolescenza delle sue componenti: il 55% delle abitazioni in Italia insiste su edifici di oltre 40 anni, una quota che sale al 70% nelle città di media dimensione e al 76% nelle città metropolitane. Questi edifici non sono staticamente costruiti per resistere in caso di terremoto e sicuramente, un’ampia quota avrebbe problemi strutturali in caso di sisma. Com’è noto gli eventi sismici nel territorio italiano sono piuttosto frequenti, ma della maggior parte si viene a conoscenza solo attraverso la rilevazione strumentale.

Gli eventi percepiti dalla popolazione, con magnitudo superiore o uguale a 4,0, dal 1985 a oggi sono stati circa 480. Di questi quasi 40 hanno avuto una magnitudo superiore a 5,0”.

A RISCHIO SISMICO

44% del territorio

36% dei comuni

21,8 milioni di persone

10,4 milioni di abitazioni

VETUSTA’ DEL PATRIMONIO

55% degli edifici ha oltre 40 anni

70% nelle medie città

76% nelle grandi citta

FREQUENZA SISMICA NEL TERRITORIO

dal 1985 a oggi 480 eventi sismici con magnitudo superiore a 4.0

40 eventi sismici con magnitudo superiore a 5.0

I costi dei terremoti

I terremoti hanno un impatto economico molto alto. Secondo i dati del Dipartimento di Protezione Civile, per l’emergenza e la ricostruzione post-evento nell’arco temporale 1968-2003 (36 anni) i costi ammontano a circa 135 miliardi di euro a prezzi 2005, che attualizzati a prezzi 2009 diventano circa 146 miliardi. A questi si devono aggiungere le conseguenze non traducibili in valore economico sul patrimonio storico, artistico, monumentale. Inoltre, sommando ai 146 miliardi gli stanziamenti per l’emergenza e la ricostruzione a seguito dell’evento sismico del 6 Aprile 2009 in Abruzzo (circa 14 miliardi, considerando gli stanziamenti di cui al D.L. 39/09, circa 7 miliardi), le risorse a carico del Fondo Aree Sottoutilizzate (circa 4,6 miliardi), il contributo della Commissione Europea (circa 500 milioni), le donazioni in denaro (circa 110 milioni) e i finanziamenti agevolati fino a un massimo di 2 miliardi previsti dall’art. 3 co.3 del D.L. 39/09, si può stimare un costo complessivo di circa 160 miliardi di euro.

In base ai dati contenuti nel dossier sui principali eventi sismici a partire dal 1968, redatto dal Servizio Studi della Camera dei Deputati nel maggio 2009, e ai dati relativi alle risorse stanziate dallo Stato per il terremoto del 6 Aprile 2009 in Abruzzo, aggiornate a novembre 2009, gli stanziamenti statali complessivi per i principali eventi sismici che hanno colpito il territorio nazionale negli ultimi quarantadue anni si possono stimare in oltre 98,5 miliardi di euro (a prezzi 2009), quindi il 60% dei costi complessivi di tutti i terremoti dal 1968 ad oggi.

E’ necessario che cresca la consapevolezza nella società civile, così come negli amministratori locali e nei rappresentanti della politica, che esiste una priorità nazionale: rendere sicuro il nostro territorio.

I principali problemi sono la manutenzione ordinaria del territorio, la prevenzione del rischio, la responsabilità dei sindaci nelle scelte di localizzazione degli edifici e il ruolo centrale di una pianificazione territoriale di qualità insieme a quello delle risorse.

Le attuali Norme Tecniche per le Costruzioni (Decreto Ministeriale del 14 gennaio 2008), hanno modificato il ruolo che la classificazione sismica aveva ai fini progettuali: per ciascuna zona – e quindi territorio comunale –  viene fornito un valore di accelerazione di picco e quindi di spettro di risposta elastico da utilizzare per il calcolo delle azioni sismiche, senza nessuna zona esclusa.

Dal 1 luglio 2009 con l’entrata in vigore delle “Norme Tecniche per le Costruzioni” del 2008, per ogni costruzione ci si deve riferire ad una accelerazione di riferimento “propria” individuata sulla base delle coordinate geografiche dell’area di progetto e in funzione della vita nominale dell’opera. Un valore di pericolosità di base, dunque, definito per ogni punto del territorio nazionale, su una maglia quadrata di 5 km di lato, indipendentemente dai confini amministrativi comunali.

La classificazione sismica (zona sismica di appartenenza del comune) rimane utile solo per la gestione della pianificazione e per il controllo del territorio da parte degli enti preposti (Regione, Genio civile, ecc.).

QUESTO SIGNIFICA CHE GRAN PARTE DELLE NOSTRE CASE SONO COSTRUITE SENZA CRITERI ANTISIMICI

L’attuazione dell’ordinanza n.3274 del 2003 ha permesso di ridurre notevolmente la distanza fra la conoscenza scientifica consolidata e la sua traduzione in strumenti normativi ed ha portato a progettare e realizzare costruzioni nuove, più sicure ed aperte all’uso di tecnologie innovative. Ciò che a nostro avviso è drammatico in questo panorama normativo è che l’ordinanza del 2003, così come il successivo testo unico del 2005 non diventarono obbligatorie se non per i soli edifici definiti “strategici” (ospedali etc.). Purtroppo per la progettazione degli altri fabbricati rimase la possibilità di scegliere la normativa a cui fare riferimento, potendosi appellare al datato decreto del 1996 che utilizzava verifiche del tutto diverse da quelle attuali e che contemplava di fatto zone (le zone 4)  in cui poter progettare senza nessun requisito “antisismico”.

In conclusione “Casa sisma” vuole essere lo stimolo ad una valutazione del patrimonio immobiliare italiano: valutazione e stima del miglioramento conseguito mediante stesura del certificato sismico.

I potenziali fruitori sono tutti i soggetti coinvolti nel mercato dell’edilizia di ogni genere, dall’impresa di costruzioni all’azienda che propone soluzioni innovative ed economicamente convenienti, fino al singolo cittadino.